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Prof. Avv. ANTONIO ROSSI - Università di Bologna Prof. Avv. ANTONIO ROSSI - Università di Bologna
“Perché partecipare ad una società cooperativa?
Cosa differenzia il socio cooperatore da qualunque investitore che partecipa ad una società lucrativa? Quali sono le peculiarità dell’impresa cooperativa? Come può partecipare il socio cooperatore alla vita della “sua” cooperativa?  In poche battute, un tentativo di risposta a queste domande.”

 

Come tutte le società, anche la cooperativa si costituisce originariamente per concentrare le  forze dei soci e per far sì che le poche risorse di molti diventino un’importante fonte di propulsione dell’impresa e di accrescimento del benessere dei soci. A differenza, tuttavia, di ciò che avviene in una ordinaria società lucrativa (s.n.c., s.r.l., S.p.A. …), i soci di una cooperativa non aspirano principalmente a dividersi l’utile generato dall’attività d’impresa ma ad appropriarsi del vantaggio mutualistico specificamente erogato dalla loro cooperativa. Si tratta di un vantaggio che dipende strettamente dall’attività concretamente svolta dalla cooperativa: se si tratta di cooperativa di consumo, il cooperatore avrà l’opportunità di acquisire beni di consumo ad un prezzo (tendenzialmente) inferiore al prezzo di mercato; se si tratta di cooperativa di produzione e lavoro, il cooperatore avrà la possibilità di ricevere dalla stessa occasioni di prestazione di lavoro.
Affinché, però, il socio cooperatore possa realizzare il vantaggio mutualistico, non è sufficiente la partecipazione in sé alla società cooperativa, dovendosi instaurare un rapporto ulteriore: così, il socio di una cooperativa di consumo, per realizzare un risparmio di spesa, dovrà recarsi presso la “sua” cooperativa per acquistare prodotti di consumo, stipulando con essa un ulteriore contratto di compravendita (anche il socio passa dalla cassa …). Il socio di una cooperativa di produzione e lavoro, invece, stipulerà con la “sua” cooperativa un vero e proprio contratto di lavoro subordinato, come oggi espressamente previsto dalla legge n. 142/2001.
Da diverso punto di vista, la cooperativa fa impresa con i suoi soci, relazionandosi con loro dal lato dei fattori della produzione (i soci lavoratori, ad es.) o dal lato del prodotto finito (i soci consumatori, ad es.). Questo spiega perché una società cooperativa non abbia come obiettivo principale la realizzazione di un utile di esercizio che ecceda le esigenze di autofinanziamento della società, poiché tale utile si realizzerebbe comunque a scapito dei soci che “scambiano” con la cooperativa al fine di riceverne il vantaggio mutualistico (se il prodotto sullo scaffale della cooperativa di consumo ha un prezzo elevato, la cooperativa può realizzare un utile maggiore ma il socio consumatore consegue un minore vantaggio
mutualistico). La quantità di vantaggio mutuali percepito dal socio, dunque, non dipende dalla entità del suo conferimento nella cooperativa, ma dalla misura dei rapporti “ulteriori” stretti con la stessa.
A livello di governance, invece, la disciplina della società cooperativa tende ad incentivare una partecipazione attiva del socio cooperatore alla vita della società. Da un lato, vige una vera e propria democrazia assembleare, sconosciuta ad altre forme societarie, che si concretizza nel principio “una testa – un voto”: ogni socio esprime in assemblea un voto uguale a quello di tutti gli altri soci, il cui peso non è commisurato alla quantità di capitale conferito nella cooperativa. Da un altro lato, la maggioranza degli amministratori deve essere composta da soci cooperatori.
In questi termini, nelle cooperative manca un incentivo all’acquisizione da parte di alcuni soci di quote maggioritarie di capitale sociale; d’altronde, la ricchezza della cooperativa non sta nei pochi soci forti ma nei molti soci che alla stessa vogliano partecipare, anche grazie alla sua “porta aperta”, con la consapevolezza di poter cogliere un’occasione di crescita, sociale e professionale, che solo può offrire una rete di persone, qual è, infine, una società cooperativa.

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