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Intervista a DANILO MAINARDI
Etologo e divulgatore scientifico
di Mario Tonnosoia
Intervista a DANILO MAINARDI
Etologo e divulgatore scientifico
di Mario Tonnosoia
E’ uno dei più illustri etologi del XX secolo, scienziato, professore di zoologia, scrittore, Danilo Mainardi è diventato un volto noto per il grande pubblico della Rai, come ospite abituale a Quark e Superquark condotti da Piero Angela. Tra i risultati più importanti della sua ricerca la scoperta che anche le altre specie animali posseggono la capacità di trasmettere cultura

 

Professore, come è cambiata in sessant’anni di carriera la percezione che l’uomo ha di ambiente e animali?

E’ cambiata molto. Da un lato c’è stato l’inurbamento che ha trasformato la gente. L’uomo di campagna era molto interessato alla natura e a suo modo la conosceva. L’inurbamento è stata forse la prima grande rivoluzione del nostro tempo portando più alla curiosità che alla conoscenza. E così è cambiato radicalmente il modo di intendere e trattare gli animali domestici.

Come? Degli esempi?

A cominciare dai bambini. Al giorno d’oggi non sanno chi fa il latte e da dove vengono le uova. La curiosità rimane alta. Ma in realtà conoscono più gli animali africani che quelli fuori della porta di casa. C’è un modo diverso poi di trattare quelli domestici. Colpisce molto andare per strada e vedere nella stagione invernale i cani con il cappotto. È assolutamente assurdo. I cani, in questi casi, fanno la parte dei bambini che tante volte non ci sono più. È un nuovo mestiere dei cani, potremmo dire. Una volta facevano i cani da caccia. Adesso fanno la parte dei bambini che hanno bisogno di cure, con tutti gli inevitabili risvolti di carattere economico.

Come sta cambiando il nostro pianeta?

Nei prossimi cinquant’anni l’incremento demografico renderà la terra sempre più piena di uomini. Gli animali saranno confinati in aree ristrette e saranno sempre accanto a persone. Cambieranno tutti i nostri panorami, grazie ai cambiamenti climatici. Ma sta accadendo. Dall’Africa, ad esempio, arrivano le cavallette che prima non c’erano ed è cambiata la nidificazione.

I cambiamenti climatici cosa comportano per gli animali?

L’inquinamento di specie estranee nei nostri fiumi e nei nostri mari, per esempio anche nell’Adriatico. Abbiamo tra noi nuove specie. Dal canale di Suez sono risalite nei nostri mari fino all’Adriatico una quantità enorme di specie estranee. Ora a Trieste ci sono i barracuda, tanto per dire, e in giro migliaia di specie hanno colonizzato le tradizionali.

Cos’è importante nella divulgazione dell’ecologia?

Intanto che se ne faccia tanto perché ce n’è molto bisogno. Che venga fatto da persone soprattutto competenti. Bisogna convincere i professori universitari che la divulgazione non è un’attività di serie B ma un dovere. L’ecologia è determinante per le scelte politiche.
Ma senza conoscenza si fa poco. La popolazione competente sceglierà le persone giuste per governarla. Sennò cascherà in tutti i tranelli.

Le tecnologie cambiano il mondo. E gli animali?

Hanno cambiato molto anche gli animali perché ormai molti animali e vegetali sono geneticamente modificati. Si è creata una sorta di paura di questi esseri. Una paura molte volte non giustificata, in alcuni casi invece c’è una paura giustificata e questi animali devono sempre essere sotto controllo, non possono essere lasciati liberi perché romperebbero gli equilibri naturali. Alcuni di questi sono anche importantissimi per la nostra salute. Vedi con l’insulina. Oggi non viene più fatta ammazzando i maiali o cose del genere. Ci sono invece dei batteri che producono dell’insulina purissima. Questo salva delle vite ed è un esempio in cui un organismo geneticamente modificato può fare bene.

Lei molte volte ci ha parlato di entrare nella mente degli animali. Ci ha mostrato delle strade. Cosa fare per capire gli animali?

In qualche modo può essere possibile ma io penso che la divulgazione può fare molto, per lo meno con gli animali domestici. Vedi cane e gatto. Sono però due menti praticamente opposte. Uno è un animale molto sociale. L’altro è un animale pochissimo sociale. Si è sviluppata una nuova etologia che si chiama etologia cognitiva per entrare un po’ nella mente degli animali e capirli. Ma credo che del tutto non si possa. Del tutto non ci riusciremo mai. A questo dobbiamo rassegnarci.

 

Si è sviluppata una nuova etologia che si chiama etologia cognitiva per entrare un po’ nella mente degli animali e capirli. Ma credo che del tutto non si possa. Del tutto non ci riusciremo mai. A questo dobbiamo rassegnarci
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