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Intervista a MASSIMO GILETTI
Conduttore televisivo
di Mario De Ludovico
Intervista a MASSIMO GILETTI
Conduttore televisivo
di Mario De Ludovico
“A parole si mette al centro l’ambiente, ma mi sembra che troppo spesso in Italia i fatti non corrispondano alla realtà, soprattutto da un punto di vista legislativo”. Sono le prime parole di Massimo Giletti, conduttore di punta della Rai. Una lunga carriera iniziata con Giovanni Minoli a Mixer e che è approdata a quattro milioni e mezzo di spettatori ogni settimana su L’Arena di Domenica-in
 
 

Quando pensa all’ambiente cosa le viene in mente?

Ad un bosco con un piccolo lago, dove sono cresciuto e alla serenità che mi trasmette ancora nei ricordi.

Come è cambiata la percezione del tema ambiente da quando è iniziata la sua avventura nel giornalismo?

E’ cambiata molto. Parlare del tema ambiente è fondamentale. Continuare a picchiare sul tema fa aumentare una coscienza e una cultura del rispetto.

Cosa pensa sia essenziale nel giornalismo?

Avere la libertà di non aver padroni e di raccontare i fatti veri.

E la tua intima concezione della natura, qual è?

La natura è la nostra vita. Io sono cresciuto nelle montagne, nei boschi ed ho un rispetto che mi è stato insegnato dai miei vecchi. Resto fedele a questo tipo di realtà. Per esempio l’altro giorno c’erano due salamandre sulla strada, le ho riportate nel bosco. Magari passa un’auto e le schiaccia. Ci vuole rispetto per le piccole cose. Se tutti facessimo poco… quel poco sarebbe fondamentale. Bisogna soprattutto pensare a far crescere la consapevolezza fra i ragazzi. Bisogna lavorare molto nelle scuole.

Regole ecologiche. Quali sono le sue?

Riciclare molto. Spegnere la luce. Usare poco i mezzi. Dove c’è un percorso facile usare la bicicletta. Penso che queste siano delle piccole regole che se usate da tanti forse aiuterebbero.

Le tecnologie mutano il mondo. Come entrano in sinergia con l’ambiente?

Le tecnologie ci permettono di fare cose incredibili ma la dimensione culturale cambia il modo di fare. E la fai con la parola. È incontrando le persone che cambi davvero un sistema, la cultura, con il rispetto che ti vengono insegnati attraverso le parole e i fatti. E i grandi le devono insegnare ai più piccoli.

Più volte ci ha mostrato l’importanza dell’attualità. Da poco si sono tenute le elezioni europee, cosa si dovrebbe fare per essere al passo col nostro tempo?

L’Europa è l’euro. Non è ancora l’Europa in cui io credo. Bisognerebbe avere leggi uguali in tutti i paesi. Questo ci permetterebbe di avere molta più forza. Se hai l’unità di 500 milioni di persone con le stesse regole è la svolta. Anche così sarebbe più facile imporre le regole. L’Europa si dovrebbe unire davvero e non essere solo qualcosa legato all’euro. L’ambiente sarebbe uno dei primissimi temi a trarne vantaggio.

I Paesi emergenti inquinano come noi negli anni ‘50 creando anche uno scompenso tra la loro economia e la nostre attuali più attente all’ambiente? Come si esce da questo limbo?

Il problema è che la Cina ha in mano il debito del mondo. Si è comprato quello dell’Europa e degli Usa. E noi non possiamo più dettare le regole tanto più per il rispetto dell’ambiente. Le nostre aziende diventano sempre meno competitive. L’ambiente ha un costo. In Cina, Bangladesh, Pakistan, si vede di tutto in tema di libertà violate sull’ambiente. Produrre in occidente è diventato impossibile. E penso che tra vent’anni vedremo le conseguenze di quello che sta accadendo adesso. Il pianeta ancora recepisce e si auto pulisce. Arriveremo al punto che l’equilibrio salterà e costerà molto caro.

La politica e le decisioni sono fondamentali. Ci può spiegare a cosa serve la politica?

Se partiamo da come sono andati gli ultimi anni, serve a poco, perché è venuta meno la parola da cui è nata la politica, la polis, la città. Gli interessi della città dovevano essere gli interessi del politico, invece i politici hanno messo il loro interesse prima di quello degli altri. Hanno devastato questa parola. Noi cittadini normali non abbiamo più fiducia nella politica. Purtroppo però non possiamo vivere senza politica. Senza politica c’è una dittatura. Forse più cittadini onesti e corretti dovrebbero entrare in politica. Forse la realtà è che abbiamo lasciato troppo spazio a chi voleva fare solo il proprio interesse.

 

 È incontrando le persone che cambi davvero un sistema, la cultura, con il rispetto che ti vengono insegnati attraverso le parole e i fatti. E i grandi le devono insegnare ai più piccoli
 

 

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