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Intervista a FULCO PRATESI
Fondatore e Presidente Onorario WWF Italia
Intervista a FULCO PRATESI
Fondatore e Presidente Onorario WWF Italia
Fulco Pratesi è un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. Fondatore ed attualmente Presidente Onorario di WWF Italia, ha ripreso in mano l’associazione che fondò nel 1966 con tre obiettivi: fermare la cementificazione, risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti e rilanciare i parchi. Abbiamo pensato di rivolgergli qualche domanda per capire a che punto è lo stato dell’ambientalismo nel nostro Paese
 
 

La missione del WWF consiste nel fermare il degrado del pianeta e costruire un mondo in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura. Attualmente avete in corso qualche progetto per raggiungere questi obiettivi?

I due progetti principali riguardano il cambiamento climatico e la perdita della biodiversità. Per il primo, l’impegno maggiore è nel battersi contro l’aumento della temperatura globale provocato dall’uso di combustibili fossili, l’effetto più vistoso del quale è la dissoluzione dei ghiacci dei Poli. Il simbolo di questa campagna è l’orso bianco, principale vittima della scomparsa delle banchisa polare. E poi la nostra grande campagna per l’Amazzonia minacciata da deforestazioni, miniere, dighe e altro contribuisce alla difesa della biodiversità di questo polmone verde del Pianeta.

Come definirebbe, ad oggi, la situazione ambientale in Italia?

La definirei preoccupante. Accanto a dati positivi dell’aumento delle foreste, passate dal 20 al 30% del territorio e della creazione di aree protette che ha portato la percentuale a oltre il 10% della superficie nazionale, restano insoluti i problemi degli inquinamenti idrici (pensiamo alla discarica di Bussi – Pescara), atmosferici (vedi l’Ilva di Taranto) e del suolo (la Terra dei Fuochi).

Ci fa un elenco di quelle che secondo lei sono le priorità ambientali?

Le priorità ambientali, oltre ad un immenso impegno nella bonifica delle aree inquinate, sono quelle del consumo del suolo (75 ettari al giorno coperti dal cemento e dall’asfalto) in un Paese che ha superato i 200 abitanti a Kmq, concentrati su coste e pianure. Il 22 Aprile 2014 in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Terra, ventiquattro ore di iniziative per diffondere un unico messaggio: la Terra è una sola, trattiamola bene.

In veste di padre dell’ambientalismo che messaggio si sente di lanciare ai nostri lettori?

Il messaggio che mi sento di inviare è quello di considerare ogni proprio comportamento, anche il più apparentemente innocuo, moltiplicato per i 60 milioni, quanti siamo in Italia, o per i 7 miliardi della popolazione globale.

Ritiene che la sensibilità collettiva verso la salvaguardia ambientale stia aumentando?

Nonostante gli sforzi esercitati dal mondo ambientalista, la sensibilità ambientale è cresciuta di poco. L’unico vero successo registrato è la rivoluzione nell’atteggiamento
verso i grandi animali selvatici (vedi orso, lupo e altri predatori) divenuto positivo e tollerante.

La politica gioca sicuramente un ruolo importante nella difesa dell’ambiente. Cosa farebbe se fosse lei ad amministrare il Paese?

Penso che sceglierei la forma di suicidio meno dolorosa piuttosto che dover affrontare la massa titanica di problemi che anni di disinteresse, indifferenza, corruzione e lassismo hanno generato ai danni dell’ambiente e dei beni culturali (vedi ad esempio Pompei o L’Aquila).

La maggior parte degli scienziati ormai non nutre più dubbi sui cambiamenti climatici provocati dal global warming: qual è la sua opinione?

La mia opinione è che, soprattutto dopo l’ultimo rapporto dell’ IPCC, ogni tentativo di minimizzare la gravità dei problemi e la responsabilità dell’uomo nell’averli provocati, sia da condannare come e più del negazionismo sull’Olocausto. Chi oggi tenta, in buona o in malafede, di tranquillizzare l’opinione pubblica sui disastri incombenti, dovrà risponderne di fronte alle future generazioni.

Si parla molto del suo tenore di vita ecosolidale e dell’austerity idrica che pratica: ci svela le sue regole?

Questo argomento, che ha avuto grande risonanza dopo un articolo sul Corriere della Sera di molti anni fa in cui spiegavo i miei metodi di risparmio idrico, mi ha procurato molti dileggi ma anche numerosi consensi. Il fatto che la maggiore disponibilità di beni e di acqua abbia consentito agli italiani sprechi e consumi in gran parte eccessivi, mi ha sempre preoccupato. E le esperienze fatte fin dall’infanzia in campagna, in viaggi per mare e in campeggi nei luoghi più inospitali, mi hanno convinto di ridurre (senza nessun sacrificio) esigenze in grandissima parte dettate da un falso concetto d’igiene, da mode effimere, da insicurezza nei rapporti umani, da una pressione dei mercati tesi solo ai loro guadagni. Così risparmio acqua ed energia bevendo solo dal rubinetto, facendo un bagno ogni 7 giorni, cambiando la biancheria in tempi considerati eccessivi dalle persone comuni, utilizzando fino alla consunzione abiti e calzature, girando a piedi o in bicicletta (da vecchio anche in motorino), mangiando quasi mai carne ma molta frutta e verdura possibilmente biologiche o dell’orto di casa, dormendo con 17°, rinfrescandomi con un vecchio ventilatore e vivendo con la stessa moglie da 54 anni (separazioni e divorzi sono causa di sprechi e danni, anche ecologici) e con un cane molto piccolo e tranquillo che i più deridono. E mi trovo bene.

 

Nonostante gli sforzi esercitati dal mondo ambientalista, la sensibilità ambientale è cresciuta di poco. L’unico vero successo registrato è la rivoluzione nell’atteggiamento verso i grandi animali selvatici divenuto positivo e tollerante…
 
 

 

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