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PIETRO SEGATA
Presidente Cooperativa Sociale Società Dolce
PIETRO SEGATA
Presidente Cooperativa Sociale Società Dolce

E’ da diversi anni che, come forma di vero svago e ristoro dalle insidie che mi riserva il lavoro, amo aggregarmi a gruppi di miei amici diportisti che mi offrono l’opportunità di trascorrere qualche indimenticabile giornata in mare. E’ questa esperienza, che auguro a tutti di fare, che definitivamente mi ha reso consapevole, mutando profondamente il mio punto di vista e le mie sicurezze, di quanto sia importante preservarci dall’incuria con la quale l’uomo sta distruggendo il proprio ambiente. Sulla terra, nei caotici ed ampi spazi urbani tutto si mescola e si confonde. L’inciviltà degli uni compete con la indifferenza degli altri. La risultante di questa gara, che non ha un vincitore ma solo degli sconfitti, è dilazionata nel tempo ed è momentaneamente oscurata nel profondo di una discarica di periferia o nel fumo di un inceneritore che si disperde nell’etere e viene presto inghiottito da una nuvola. Saranno le nuove generazione, i nostri figli, i nostri nipoti a raccogliere la mela avvelenata che il sottoscritto, e coloro che mi hanno preceduto, hanno posato sulla loro mensa: d’altronde i funghi più velenosi ci appaiono sempre i più belli da cogliere nel bosco. Viceversa nel silenzio su un natante, rivolgendo lo sguardo verso la linea dell’orizzonte, anche la più piccola ferita da noi inferta all’armonia della natura si apre davanti a noi e lacera la nostra coscienza. Risulta intollerabile vedere anche un solo oggetto, spesso di uso domestico, incrociare il dorso, a dritta, della nostra imbarcazione, interrompere l’armonia di quel beccheggio che allieta una nostra lettura, usurpando improvvisamente quel mondo fortunatamente animato da esseri viventi inspiegabilmente pensanti. Anche la vita quotidiana dell’equipaggio è improntata e si cala nel rispetto dell’esperienza che hai la fortuna di vivere. Pochi eccessi, pochi rifiuti e poco consumo sono le parole d’ordine che segnano quella breve esperienza di convivenza. Per noi accaniti fumatori è d’obbligo procurarsi la bottiglietta da trentatre centilitri nella quale riporre i nostri filtri, per tutti l’uso dell’acqua dolce è contingentato, il rifiuto organico può essere accolto, l’inorganico deve essere conservato, l’energia è un bene prezioso per la sopravvivenza e la luce è quella del cielo stellato, del sole o della luna. Pochi vestiti e pochi oggetti in uno spazio che sfrutta l’abbrivio dettato dal vento, unica e insostituibile forza motrice. Quando scendi a terra e saluti i compagni con l’arrivederci fissa quell’esperienza nella tua memoria e sii sempre quel marinaio, sii sempre te stesso e non ciò che un irresponsabile consumismo vuole che tu sia.

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