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redazione XALTRO redazione XALTRO
Tra gli strumenti con cui l’istituzione e il legislatore intendono distinguere tra buoni e cattivi, tra virtuosi e chi si limita a fare il proprio dovere, c’è il Rating di legalità, riconoscimento di buone pratiche ed eccellenza

 

 

C’è lavoro e lavoro. Lo stesso servizio, l’identico prodotto, possono essere il risultato di processi molto diversi, spinti da immoralità e avidità di guadagno, o motivati da etica e valori.
Utilizzare personale retribuito in nero, o non qualificato, esporlo a rischi per inottemperanza dei requisiti di sicurezza, servirsi di fornitori che non operano nella legalità, presentarsi per convenienza con una forma giuridica a cui non si ha diritto, sono solo alcuni dei comportamenti che fanno la differenza, tra un’azienda e l’altra.
Dopo i fatti di Roma, che hanno messo in luce un mondo imprenditoriale sommerso, formato da false cooperative, emerge il bisogno di distinguere tra realtà spurie e chi ha diritto a presentarsi come tale. Tra gli strumenti con cui l’istituzione e il legislatore intendono distinguere tra buoni e cattivi, tra virtuosi e chi si limita a fare il proprio dovere, c’è il Rating di legalità, riconoscimento di buone pratiche ed eccellenza, con attenzione alle corrette modalità di lavoro, lontani da ogni forma di riciclaggio, corruzione e infiltrazioni mafiose. Il bollino blu di impresa virtuosa sul piano economico e della legge è stato assegnato fino ad oggi a 1.154 aziende italiane, con una valutazione che va da una atre stellette e che mira a sostenere i migliori. Solo nei primi nove mesi del 2015, sono state in totale 1.077 le richieste presentate dalle imprese, con 778 attribuzioni (pari all’81%), contro 43 dinieghi (4,4%) e quattro revoche (04%). Per il resto, si contano 16 conferme (1,6%), 10 incrementi di punteggio (1,0%) e 85 archiviazioni (8,8%).
Approvato dal Parlamento tre anni fa, il Rating di legalità ha come interlocutori aziende che fatturino più di due milioni di euro, con specifici requisiti: nessun precedente penale per illeciti amministrativi, né reati tributari, o di stampo mafioso, nessuna condanna per reati legati all’Antitrust, o verso i consumatori, ma anche tracciabilità dei pagamenti erispetto delle leggi per la tutela e la salute sul lavoro e l’adozione di forme di corporate social responsability.
Cosa implica ottenere le stellette del Rating di legalità? Non solo onore, o mera formalità, ma benefici concreti: condizioni più favorevoli per l’accesso al credito e ai finanziamenti, agevolazioni nell’accesso ai bandi di gara pubblici e privati, fondi per le imprese operanti in regime di accreditamento istituzionale e una novità nell’assegnazione dei finanziamenti pubblici, dove dev’essere previsto un punteggio aggiuntivo negli appalti e una quota di riserva, per aziende decorate con le stelle del Rating.
La cooperativa sociale Società Dolce di Bologna ha ricevuto, prima in Italia nel suo genere, il bollino blu di impresa virtuosa, premiata dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato con le tre stelle, a dimostrare che la cooperazione è nata per fare etica, oltre che impresa. Ad oggi, in Emilia Romagna, sono solo due le cooperative sociali ad avere ottenuto il massimo punteggio dal Garante.
Pietro Segata, presidente di Società Dolce, precisa: “Lavorare con etica significa anche porsi di fronte al cliente e al committente con assoluta trasparenza. Bisogna agire secondo elevati standard etico sociali e di governante. Il malaffare, la mafia, ma anche la piccola corruzione locale possono essere combattute e vinte grazie al lavoro congiunto di istituzioni, imprese, collaborazione tra imprese, istituzioni, forze dell’ordine e magistratura”.
Un percorso obbligato per chi lavora in modo cristallino e vuole riaffermare i principi di solidarietà e mutualità di un mondo imprenditoriale da sempre ricco di valori e buone storie.
L’elenco della aziende italiane che hanno ottenuto il Rating di Legalità è consultabile al link http://www.agcm.it/rating-di-legalita/elenco.html, sul sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (http://www.agcm.it/)

 

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